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204 anima sola.


E penso ancora qualche volta ad un ignoto che non mi abbia vista mai, che io mai non vedrò, che solo e lontano (sarà sopra una vetta ideale cinta di nevi? o in una triste palude fra i salici grigi e piangenti? o nel rumore vertiginoso di una grande città? o nella quiete austera di una vecchia casa di provincia?) segue la mia vita, il mio pensiero e palpita e sospira e spera insieme a me. Egli — l’ignoto — mi ha amata, lo so, lo sento, attraverso le vibrazioni del mio nome e questo amore puro che la caducità della materia non può raggiungere mi consola spesso; esso è come il profumo di un fiore che avessi chiuso nell’interno del mio abito. Lo sento senza vederlo.

Ma tremo tutte le volte che un’anima esce dalla moltitudine per accostarsi a me; so che perdo un amico. Accettando