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anima sola. 143

anelato alle gioie dell’infinito. L’orologio va, va va, e quella continuità di movimento mi sorprende e m’attira ma un urto, un cambiamento di temperatura lo arrestano, ed io penso che la bellezza del suo meccanismo è assai relativa per che si appoggia alla resistenza di una materia bruta. Cerco il fascino di ciò che resta, che continua, che non finisce mai. L’immortalità ideata dal paganesimo per gli eroi, la seconda vita promessa ai cristiani, non rispondono forse a questo bisogno superiore? Nulla è veramente bello, nulla è veramente vero se finisce; ma credete anche questo; nulla finisce di ciò che è veramente bello. Quanti morti sono più vivi dei vivi?

Nelle ore del felice passato, quando eravate al mio fianco e che vi leggevo negli occhi, e che ascoltavo il bronzo sonoro della vostra voce, nella completa