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Grandi occhi, sotto grandi archi di ciglia,
guardano il cielo, empiendosi di raggi,
là dove l’aria allumina vermiglia
                                        20boschi di faggi.

Voci soavi, voi tinnite a festa
da così strana e cupa lontananza,
che là si trova il desiderio, e resta
                                        24qua la speranza.

Io mi rivedo in un branchetto arguto
di biondi eguali su per l’Appennino
opaco d’elci: o snelle, vi saluto,
                                        28torri d’Urbino!

Vi riconosco, o due sottili torri,
vi riconosco, o memori Cesane
folte di lazzi cornïoli i borri
                                        32e d’avellane.

Vaga lo stuolo delle rosee bocche
pe’ clivi, e sparge nella via maestra
messe di fiordalisi e l’auree ciocche
                                       36della ginestra.

Nella via bianca il novo drappo svaria
coi rosolacci e le sottili felci;
e par che attenda, nella solitaria
                                        40ombra dell’elci;

pare che attenda nella via tranquilla,
sotto quest’ampio palpito sonoro,
uno dai neri monti su cui brilla
                                        44porpora e oro.