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58 Il Cristianesimo Felice

finanti Gentili Indiani in tempo di pace; osservano quella sregolata maniera di vivere, l’aspro trattamento che si fa d’altri poveri Indiani, e come coll’opere non pochi smentiscono la Religione, che colla bocca professano, ed anche quelli, che più de gli altri son tenuti, a dar buon’ esempio, perché la predicano a gli altri. Perciò per quanto i Missionarj Gesuiti, Religiosi, che anche nell’America per confessione de gli stessi Eretici col sapere congiungono l’illibatezza de’ costumi, si sforzino d’insinuare e predicare a questi tali Indiani la Fede dì Gesù Cristo: pure s’ accorgono in fine di parlare a sordi; e quand’anche talvolta riesce loro di guadagnarli, poco stanno poi a perderli: troppa forza avendo in essi il pessimo esempio de gli stessi vecchi Cristiani. Allorché loro vien detto, non permettere la Legge nostra, se non una Moglie, e che la medesima è Maestra della Carità, dell’umiltà, dello sprezzo delle cose terrene, ed altre simili verità: cominciano anch’essi in faccia a i Missionarj a citar tutto l’opposto del vivere libertino da loro ben’ osservato nelle Città Cristiane, pagandoli con sorrisi di scherno, così che va a finire in fumo tutta la caccia di que’ fervorosi Ministri. In somma la sperienza ha fatto troppo conoscere a i PP. della Compagnia, che non è da sperar profitto in Indiani, i quali possano conversar con gli Spagnuoli, e doversi rivolgere tutto lo studio delle Missioni a que’ soli Popoli, che vivono lungi dalle Città e dal commerzio de gli Europei, siccome fra poco vedremo, ch’essi felicemente han fatto. Ma non si può lasciar di deplorare la strana mutazion delle cose. Ne’ primi Secoli della Chiesa i dominanti Pagani, immersi per lo più ne’ Vizj, al