Pagina:Muratori-Cristianesimo Felice-vol 1-1752.djvu/59

48 Il Cristianesimo Felice


CAPITOLO VI.


Motivi, per li quali tanta nimicizia professano gl’Indiani contra de gli Spagnuoli.


T

Utto questo vastissimo paese, di cui ho fin qui dato un picciolo abbozzo, sembrerà bene una parte del Mondo assai infelice a i Lettori, e a quei massimamente, che leggono le descrizioni delle bellezze e delizie dell’Indie Orientali, e paragonano quelle terre col Messico, Perù, Chile, e con tante belle Isole della stessa America possedute da i Monarchi Europei. Fanno orrore sì sterminate selve, le vie disastrose, la copia delle fiere e de’ serpenti, e più d’ogni altra cosa la povertà, e il genio troppo selvaggio, crudele, e sempre in guerra di tanti e sì diversi Popoli, viventi senza leggi, senza briglia alcuna alle loro passioni. Tuttavia è da dire, che questo medesimo gran continente diverrebbe in non poca parte un giardino, qualora fosse abitato e coltivato da gente civile, e vi s’introducesse l’Agricoltura colle altre Arti, che recano utilità, ed ornamento alle contrade Europee; perchè il Clima è buono, e le più di quelle terre capaci di gareggiar colle migliori d’Europa, se fossero ben maneggiate. Confessa Francesco Coreal ne’ suoi viaggi, che non si può vedere paese più bello, che quello de i contorni di Buenos Ajres, Città de gli Spagnuoli situata verso la sboccatura del Rio della Plata, o sia del gran Fiume del Paraguai. Tutto vi è pieno d’eccellenti Alberi fruttiferi, e di pasture, dove si veggono buoi e vacche a migliaja. Quanto a gli Alberi fruttiferi, non susseste cotal asserzione, come ap-