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Darwin: erano sempre osservazioni di fatti negletti o sconosciuti da altri, oppure interpretazioni ingegnose e nuove di fatti comunissimi. Così nel 1873 scrisse un lungo articolo sui maschi dei Cirripedi, a proposito della osservazione fatta dal Wyville Thomson di piccoli individui maschili di quella classe trovati aderenti ad un largo Scalpellum scandagliato durante il viaggio del Challenger da grandissima profondità nel mare. Un’altra lettera riferiva curiose osservazioni sui mezzi di trasporto dei Molluschi bivalvi: e per non prolungare l’elenco citerò anche il breve articolo, che ei pubblicò sulla Nature verso la fine del 1881, intorno ad alcune leggi dell’eredità, fra cui quella importantissima da lui scoperta dell’acceleramento dei fenomeni ereditarî per rispetto all’età corrispondente dei genitori.

VI.

A chi si chiegga per qual motivo abbiano le opere di Carlo Darwin prodotto attorno a sè quel fervido movimento, che cominciato dopo la comparsa del libro sull’Origine delle specie dura ancora oggigiorno ed andrà sempre più aumentando in avvenire, non parrà, io credo, di dovere ricercare la risposta a tale domanda solo nelle condizioni particolari in cui versavano le discipline biologiche quando il Darwin intraprese lo studio delle leggi del mondo vivente. Senza dubbio, le condizioni della scienza e lo stato degli animi giovarono alla diffusione ed al trionfo delle teorie evoluzionistiche, e queste avrebbero forse finito coll’imporsi anche senza il rumore destato dai libri del Darwin: ma sarebbe ingiusto negare che questi libri non abbiano in modo imprevisto e straordinario affrettata la vittoria su tutto il dominio vastissimo della biologia a quelle dottrine, che lo Spencer veniva introducendo da qualche anno con somma difficoltà della filosofia. Carlo Darwin ed Erberto Spencer possono invero riguardarsi come i fondatori del moderno evoluzionismo: sono ambedue profondi pensatori, ma mentre nel primo predomina lo spirito analitico dello scienziato, il secondo invece è tratto dalle doti naturali della sua mente ai concetti sintetici del filosofo. Ma nè il Darwin nè lo Spencer ci apparirebbero così grandi, se l’opera dell’uno non fosse stata illuminata e spiegata dall’opera dell’altro. Sotto tutti i loro aspetti i due celebri scrittori inglesi si completano a vicenda e sono come un