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Coll’aereo suo piede il suol toccava.
     660Il velato Mokanna era seduto
Sopra il tappeto suo, mentre all’intorno
Le lampe ardean, non quali ardon sull’ara
Del santo Komo sotto i tenebrosi
Portici della Mecca illanguidite
665E di scarso chiaror, ma sfolgoranti
E di luce cotal che sull’aspetto
Delle vergini spanda un più gentile
Vezzo d’amore e più leggiadra e cara
La sembianza ne renda. A lui daccanto,
670In vece di rosario e santi libri,
Che gli stolti credean meditar sempre
Segregato colà, stavano vasi
Pregni d’aureo licor che a lui mandava
Di Kismi il tralcio e il pampinoso colle
675Della florida Sira; e spesso il labbro
Ei v’appressava con gelosa cura
Quasi ogni goccia che sorbìa bramoso
Portentosa si fosse al par del fonte
Del sacrato Zemzemo, a cui la fama
680Dona il poter di trasmutare in fiori
Le virtudi del cor. Seduto adunque
Ei beveva e gustava, e in cotal opra
Sì forte intenti e fissi eran suoi sensi