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colla morte dello stesso senescallo; e questa è l’ultima volta che trovasi menzione del nostro prode saluzzese. È ignota l’epoca della sua morte, però deve esser avvenuta sulla metà del secolo, vedendo che i suoi figliuoli li 22 giugno 13511 confermarono agli uomini di Dogliani tutti i privilegi stati loro concessi dal padre, e siccome da tal atto appare che questa terra essi in comune possedevano, ciò ci farebbe credere che tutti abbia lasciato in ugual parte eredi.

L’iscrizione sepolcrale postagli nella chiesa parrochiale di quel borgo, c che ancora esisteva sul finir dei XVII secolo2, era così concepita:

«Hic Iohannis magni ossa
» Fracta tegit parvula fossa
» Si nil est qui magnus erat
» Stultus est qui in magno sperat».

Continuarono i suoi discendenti a tener indiviso Dogliani sino a che nel 1477 un Emanuele acquistò le parti degli altri compossessori; un suo nipote lo vendette ad un capitano di Carlo V, dal quale passò ai Solaro signori di Moretta.

Questo ramo poi dei Saluzzo signori di Dogliani essendosi assai moltiplicato, fu causa della sua total decadenza, ed il solo che negli ultimi anni del 1600 ancora esisteva3 era ridotto in condizioni molto ristrette.


FRINCO.


Dopo la pubblicazione di tante contraffazioni uscite dalla zecca dei Mazzetti poche nuove ne rimangono a far conoscere, tuttavia alcnne bo potuto ancora raccogliere, che credo sconosciute e che ora descriverò.


  1. Vassalli, fol. 62.
  2. Memorie di Carlo Saluzzo conte di Castellar, morto nei 1715. Ms. dell’archivio dei conti Saluzzo di Paesana, fog. 82.
  3. Ibidem.