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scano, possiamo fornire ai nostri lettori un’altra prova, ricavata sempre dagli atti dell’Archivio Segreto del Buon Governo.

Nel 1845, lo sgoverno toccava il colmo negli Stati pontificî, sopratutto nelle Romagne. Cardinali, monsignori, birri, gendarmi, secondini, ai quali di tanto in tanto s’univa il boia, commettevano in quei disgraziati paesi atti di ferocia che indignavano anche gli animi più freddi ed avversi alle sètte e ai moti rivoluzionarî. N’erano indignati i medesimi governanti toscani. Appunto in quel tempo il D’Azeglio visitò quelle provincie, e di ritorno da quel suo viaggio, pubblicò a Firenze, col suo nome, ma colla data d’Italia, il famoso opuscolo: Degli Ultimi Casi di Romagna. Quelle pagine, forse, perchè per la prima volta un liberale parlava un linguaggio schiettamente moderato, destarono rumore, e il Granduca che ci aveva alle costole un pedagogo nel ministro austriaco, portavoce del principe di Metternich, intimò all’autore della Disfida di Barletta lo sfratto. Ma quasi nel medesimo tempo, il Capponi pubblicava sull’Ausonio, un giornale italiano che si stampava a Parigi, sotto la direzione della contessa Cristina Belgioioso, un articolo, ch’era una vera requisitoria pel Governo del papa. Ebbene, il Governo chiuse un occhio, e il Capponi fu lasciato in pace.