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Cominciare dall’amicizia dell’autore di Iacopo Ortis e dei Sepolcri e dalla fede nei carbonari del 1821, per andare a finire nelle sagrestie e nelle celle dei frati!

Certamente il Capponi non fu sempre un collotorto o un mezzo collotorto. Come già abbiamo detto, egli figurò fra coloro che dalla restaurazione dei governi legittimi, avvenuta nel 1814, ai rivolgimenti del 1848, furono alla testa del movimento liberale. Nei rapporti segreti della Polizia toscana del 1821, più d’una volta egli fu denunziato come uno dei pezzi grossi dei Carbonari della città; e dalla lunga processura economica apertasi in quel tempo contro la carboneria, a detta della stessa Presidenza del Buon Governo, risultò il Capponi come fortemente indiziato d’appartenervi insieme al marchese Piero Torrigiani; e a questo, come al Capponi, il Puccini volle certamente alludere, quando domandò al Granduca che stendesse un velo pietoso sui settarî, adducendo tra gli altri motivi, anche questo, cioè: che il rigore avrebbe colpito insieme a famiglie borghesi, famiglie patrizie1.

Probabilmente sarà bastato al Capponi per ravvedersi un semplice ammonimento, e crediamo tanto più verosimile tale congettura in quanto che vediamo poco dopo il nostro patrizio essere posto a fianco del giovane Principe di Carignano: la qual

    l’occupazione di Roma: „Non sono stato dei più ardenti a gridare viva Roma; io però le dirò il contrario, cioè che vi ho preso collera e quasi terrore per le conseguenze, come di rado mi è accaduto.„ E l’illustre marchese dorme ora il sonno della morte accanto a Niccolò Machiavelli! Quanto poi ai quattrini che dava per beatificare i poveri di spirito, ecco come il padre Capecelatro glieli chiedeva: „Come facciamo una raccolta d’elemosine per la beatificazione del venerabile.... chiedo l’obolo anche a voi, nel nome del nostro futuro santo.„

  1. Vedi quest’opera: Cap. VI, pag. 42.