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    L’anima nostra sciogli dal tiranno,
    Vicario di Cristo, o Re de’ Re!

I due guatârsi; e un orrido
    Ghigno formando, ritornare al soglio;
    L’un trasse il ferro, in sull’altar fra i calici
    Lo pose, e disse: — La Polonia io voglio!

    
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Coro II.


Pietà! D’Italia tu sitisti il sangue,
    Fatta serva all’estraneo e all’infedel,
    Almen concedi a chi sorvive e langue
    La libertà che tu confini in ciel.

I due guatârsi, e trepido
    Il vescovo la mitra si coperse;
    Poi trasse un libro, in sull’altar tra i calici
    Ruppe i sigilli, e il gran volume aperse.
    — Giura, qui sul Vangelo, innanzi a Dio,
    A me l’Italia! il vescovo gridò.
    — Prete, io non giuro che sul brando mio!
    E la mano sul brando egli posò.

Coro III.


Tu la giustizia, i popoli tu vendi;
    Tu vendi, o traditor, Cristo e la fè.
    Nato è il futuro, nella polve scendi;
    Dei popoli e di Dio l’ira è su te!

Allora imperatore e papa esclamano:
    — Di libertate ai popoli
    Scuola eterna è il vangelo, e a noi contrasta;
    Pera di fuoco! Sia vangelo agli uomini
    La nostra legge, il nostro cenno, e basta.
    Cristo, gridando allor Morto è il perdono!
    La stanca testa in sul petto inchinò;
    E il crocifisso con orrendo suono
    Cadde dal sacro legno e si spezzò.


Nella processura contro il Thouar e il De Boni fu coin-