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più spiccate dei fiorentini, e, come si sa, in ogni fiorentino si nasconde quasi sempre un Aristofane minuscolo. La Polizia che più d’una volta ebbe ad occuparsi di codesto spirito satirico che non di rado, senza rispetto di principi e di ministri, traboccava in diffamazioni belle e buone, era impotente a reprimerlo; e il Commissario Regio, sotto il giorno 11 marzo 1842, scriveva al presidente Bologna. „Le satire sono all’ordine del giorno; esse, appena uscite dalle mani dei loro autori, sono copiate e lette anche presso le migliori famiglie, e circolano nei più splendidi simposi, come presso la marchesa Ginori, nata Garzoni-Venturi, da dove si diffondono per la città.„

Ma, come abbiamo detto, sulla pubblicità data dal giornale del Mazzini alle satire del nostro poeta, il Governo non poteva chiudere gli occhi, specie che non era del tutto sicuro che il Giusti fosse estraneo a quella pubblicazione. Difatti, il 9 maggio 1843, il ministro don Neri Corsini scriveva al Presidente del Buon Governo: „Si dice che il dottor Giusti ricevesse varie copie del N. 10 del giornale rivoluzionario: L’Apostolato Popolare per mezzo di Michele Palli, di Livorno. Non se ne precisa l’epoca, ma pare da non molto tempo.„ Lo stesso ministro l’11 gennaio di quell’anno aveva scritto al Bologna: „Sotto la data del 25 novembre 1843, è stato pubblicato a Londra il N. 8 dell’Apostolato Popolare.... ove si legge fra le altre cose il componimento poetico: La Cronaca dello Stivale, attribuito ad autore toscano e da lungo tempo già conosciuto in Toscana. (Quanta diplomazia nelle parole del Corsini, per non fare il nome d’un poeta che i ministri conoscevano benissimo!). Il detto numero circola in Italia malgrado la speciale vigilanza che si esercita generalmente per impedire l’introduzione nella penisola di quella stampa incendiaria.„ Ed ordinava investigazioni.

Ma le investigazioni, benchè praticate con molta cura, approdarono a un bel nulla. I diffonditori del giornale maz-