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„lode era ambita dagli stessi governi. Il quale onore, quanto in meno ridonda in me, il più insufficiente dei suoi collaboratori, tanto più volentieri debbo in me solo accogliere le conseguenze che ad esso dalle mie parole provennero.

„28 marzo 1833.

N. Tommasèo.„

Intanto il Vieusseux sporse un’Istanza al Governo perchè almeno fosse indennizzato della spesa incontrata nella stampa dei Fascicoli del gennaio e febbraio 1833. Ma al Corsini, che non rifiutava in massima l’indennità, non parve che fosse opportuno di dar corso alla domanda nei termini nei quali era stata redatta, come risulta dal colloquio che il Vieusseux ebbe col Ministro e dal primo riportato fra i suoi appunti nel modo seguente:

Min.° Non posso ricevere questa domanda in questa forma. Faccia in poche righe una supplica a S. A. e sarà mia cura di presentarla.

Io. Ridurrò la mia domanda; mi permetto però di farle osservare che non mi pare che la mia lettera contenga nulla di contrario al vero.

Min.° La lettera contiene proposizioni ch’io dovrei combattere e... e... particolarmente in ciò che dice d’aver perduto una proprietà. Che proprietà! Che proprietà! Creare un giornale non è una proprietà! E il Governo come dà il permesso, può anche ritirarlo, e fa quel che vuole e quel che crede bene. Non è come se si trattasse di un pezzo di campo, preso per fare una strada, e che bisognerebbe pagare.

Io. Chiedo perdono a V. E. Ma un giornale frutto di dodici anni di fatiche e di sagrificî d’ogni genere, dopo tanti anni d’esistenza, costituisce una vera proprietà. Non è territoriale, ma è proprietà letteraria; ed ammesso il diritto di proprietà, esso è sacro nell’uno quanto nell’altro caso. Del resto farò quanto mi dice V. E.„