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i suoi sonni. Aveva riveduto da sè, scrupolosamente, sottoponendo coll’immaginazione ogni frase, ogni parola al signor conte Senfft-Pilsach, l’ultimo fascicolo (quello doppio) dell’Antologia, aveva soppresso parole, periodi, sinanco pagine intiere. Onestamente non si sarebbe potuto pretendere di più dal Ministro imperiale.

Ma il povero don Neri aveva fatto i conti senza l’oste; e l’oste, in questa occasione, era la Voce della Verità di Modena, che gli giuocò un tiro birbone. Senta un po’ il lettore. Col corriere dell’Alta Italia arrivato a Firenze la mattina del 23 marzo 1833, si distribuì il N.° 254 di quel giornale-libello e S. E. Corsini ebbe in viso a divenir paonazzo, quando sotto il titolo: „Ciò che ho appreso leggendo l’ultimo Fascicolo dell’Antologia„ lesse un articolo con che il Vieusseux si coglieva in flagrante reato di alto tradimento e di fellonìa, nientemeno che contro le sacre persone degl’Imperatori d’Austria e di Russia! Corbezzoli! Nè quelle del fogliettucciaccio sanfedista erano asserzioni destituite di fondamento; l’accusa aveva proprio la sua base, e seria; il reato c’era, e sarebbe stato cieco chi si fosse ostinato a non vederlo; soltanto lui, don Neri, Ministro dell’interno, vecchio uomo di Stato, colle orecchie ancora piene del linguaggio imperioso del Ministro austriaco, non aveva visto nulla! C’era da perdere la testa. Meno male se non avesse visto nulla lo scolopio don Mauro; ma lui, don Neri! Gli pareva persino impossibile! Non risulta dai documenti esistenti nell’Archivio di Stato se in quel giorno il Fossombroni abbia ricevuto, insieme alle visite, le proteste dei Ministri d’Austria e di Russia pel nuovo e più grave reato commesso dall’Antologia; risulta però che il Fossombroni chiamò a sè, d’urgenza, il censore e il fascicolo incriminato, e così il capo del Governo potè da sè stesso apprendere come non ostante gli occhi d’Argo della Censura e della Polizia, un giornale corretto, mutilato, sottoposto ad esami minuti, potesse offendere ad un tempo e Sua Maestà Imperiale Ortodossa e Sua Maestà Imperiale Apostolica.

Ma qual’era il doppio crimine di cui s’era resa responsabile l’Antologia?