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che che non patiscono oppositione alcuna, ma la memoria & il nome resterà qua giù in terra & nelle opere sue, & nelle menti degli huomini da bene longamente. Molto minor danno, al mio giuditio, benchè altramente para al volgo, ha sentito il mondo della morte de M. Agustino Gisi, che questa notte passata è mancato, di cui poco vi scrivo, perchè ancora non intendo quel & quanto habbia ordinato. Solum intendo haver lassato al mondo tra contanti, debitori, danari imprestati di pegni, allumi, beni stabili, danari in banchi che guadagnavano, officii, argenti & zoglie, ducati 8000 millia. Dicesi Michiel Agnolo esser ammalato a Fiorenza. Dite adunque al nostro Catena che se guardi, poichè el tocca alli excellenti pittori. Iddio con voi. In Roma &c.

Sarà facilmente stato sbaglio del Sanudo l’avere trascritto il 34. negli anni dell’età di Raffaello; essendo fuori di dubbio che morì d’anni 37. Ma di osservazione degnissimo è quanto il Michele scrive sopra l’opera da Raffaello incominciata, di prendere in disegno e rappresentare Roma antica, e da lui lasciata imperfetta; non già compiuta come ci vorrebbero dare ad intendere Andrea Fulvio (Præfat. in Antiq. urb. Rom.) e l’Anonimo scrittore della Vita di Raffaello (p. 81. ed. 1791.); al contrario di quello che dicano anche Celio Calcagnino (Epistol. ad Iacob. Zieglerum p. 101. ed. Oper. Basil. 1544.) ed il Giovio (Vita Raphael. apud Tiraboschi Stor. Lett. Ital. T. VII, p. 1722.), li quali fanno morto Raffaello in continuazione di lavoro. Tutto il di più che intorno a quella impresa nobilissima merita di sapersi, dopo averne usate le maggiori ricerche, con molta erudizione e fino discernimento lo ha esposto il ch. Sig. Ab. Daniele Francesconi nel libro in questi giorni stampato in Fiorenza col ti-


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