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e architetto, e con Niccolò d’Avanzo Veronese, intagliatore di gemme; ma di cose scritte se ne valeva ancora, cioè d’una Lettera Latina di Girolamo Campagnola Padovano a Niccolò Leonico Tomeo sopra gli antichi pittori di Padova, del Comento di Cesare Cesariano sopra Vitruvio, e forse d’altro, che non indica nominatamente. Per sospettare ch’egli Padovano fosse, argomenti non mancano: bensì ne mancherebbero per attribuirgli altra patria. Le opere di quella città egli più diffusamente e con istudio maggiore riferisce, che quelle d’altrove: per fissarne gli artefici prende autorità  dalla Lettera del Campagnola e dalla voce del Riccio, ambedue Padovani: nominando la Repubblica di Venezia dice li Signori Veneziani, il qual modo di dire a sud-

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