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laude virginitatis, & de proverbiis vulgaribus, & de rebus aliis multa alia, quæ ignoramus. Fra queste hanno da noverarsi li Salmi penitenziali volgarizzati, li quali dal Campagnola stesso ebbe Matteo Bosso (Familiares et secundae Matthaei Bossi epistolae, LXXV. inter secund.), alcune Rime scritte in un Codice Estense (Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, T. VII. p. 102.), e due opuscoli Latini da me a penna veduti in una privata Libreria; cioè una Lettera a Cassandra Fedele, data da Venezia nel 1514, ed un Panegirico del famoso Capitano Bartolommeo d’Alviano, scritto in morte di lui a Venezia l’anno 1515.

Quanto poi al Rizzo, cioè ad Andrea, soprannominato Briosco, pare che le notizie qui e in appresso addotte dalla voce di lui fossero apprese.

(11) Aveva ragione il Campagnola, e l’aveva pure il Riccio. Giusto nacque in Fiorenza da Giovanni de’ Menabuoi, ed ebbe la cittadinanza di Padova dal Signore Francesco di Carrara. In una Carta riportata dal Rossetti p. 52. è detto: Præsentibus Magistro Iusto Pictore filio quondam D. Iohannis de Menabobus de Florentia habitatore Paduæ in contrata Domi &c. ed in altra addotta dal Brandolese p. 281..... Magistro Iusto Pictore quondam Iohannis de Menaboibus de Florentia habitatore Paduæ in contrata Scalumnæ, cive civitatis Paduæ cum privilegio magnifici & potentis D. D. Francisci de Carraria.

(12) E’ messo costui dallo Scardeone fra li molti scolari dello Squarcione (p. 371.); ma opere di lui ora non si conoscono.

(13) Giovanni Maria Mosca Padovano, allievo di Agostino Zoppo pure Padovano, ci è mostrato dallo Scardeone come scultore di merito


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