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ce, e dallo Scardeone e da altri è riferita, di questo capo delle opere sue si compiacque di fare pompa; vedendovisi da una parte la testa del Riccio con le parole andreas crispvs patavinvs aerevm d. antonii candelabrvm f. e dall’altra un ramo spezzato ed arido di lauro con una stella al di sopra, e le parole obstante genio. Anche nell’epitafio posto al Riccio in San Giovanni di Verdara si è creduto di dover accennare il candelabro come principale de’ suoi lavori, leggendovisi:

andreae crispo brioscho

pat. statvario insigni

cvivs opera ad antiqvorvm

lavdem proxime accedvnt

in primis aenevm candelabrvm

qvod in aede d. antonii cernitvr

haeredes pos.

vix. an. lxii. mens. iii. dies vii.

obiit viii. id. ivlii. m. d. xxxii.


Scrittore di fino gusto fu l’autore di questa iscrizione, cioè Girolamo Negro Veneziano, Canonico di Padova, di cui è celebre il nome anche per la ristampa delle operette sue Latine, fatta in Roma l’anno 1767. insieme con le Lettere Latine del Cardinale Sadoleto. Non si saprebbe però che dal Negro quell’iscrizione venisse, se non avesse lasciata la ricordanza seguente Fra Desiderio dal Legname Domenicano in alcune sue carte, che io vidi alcuni anni sono nell’archivio del Convento di Sant’Agostino di Padova: Debebant hæc le-


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