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Parrhasiis, Italis Phidiis, Italis Apellibus s. p. d. Delli due Canozii il ch. Cav. Tiraboschi ha trattato nella Biblioteca Modenese (T. VI. p. 455.), perciocchè in grazia del lungo soggiorno da essi in Modena tenuto, di quella patria furono riputati; e di Giovan Marco figliuolo di Lorenzo, eccellente intarsiatore, ha egli pure esposto il merito, sull’autorità del celebre Matematico Fra Luca Pacioli. Il Brandolese loro conterraneo nelle Pitture Sculture e Architetture di Padova (p. 24. 31.) e nella Dissertazione del Genio dei Lendinaresi per la Pittura (p. v.) dimostra che artefici di raro merito sono stati. Ma un lavoro a tarsia di Lorenzo ci addita nella sagrestia della Basilica di San Marco di Venezia il Sansovino, da aggiungersi a’ tanti altri di lui (Venetia citta nobilissima et singolare, p. 39. ed. 1581.). Il Modonese poi genero di Lorenzo, di cui è corrotto il nome nel citato libro delle Pitture di Padova (p. 24.) è quel Pierantonio da Modena che nel 1486, fece lavori di tarsia nel Coro di San Francesco di Trevigi, giusta le iscrizioni dal Burchelati riferite (Commentariorum memorabilium multiplicis hystoriae Tarvisinae locuples promptuarium libris quatuor distributum, p. 272.); dalle quali soltanto il Tiraboschi notizia di questo artefice ha tratta (Biblioteca modenese, Tom. VI. p. 480.).

(3) Andrea Riccio Padovano, latinamente cognominato Crispo, e con soprannome detto Briosco, si acquistò fama di grande architetto con la fabbrica della Chiesa di Santa Giustina in sua patria, e di eccellente fonditore in particolare con questo maraviglioso candelabro; di cui Fra Valerio Polidoro nelle Memorie della Chiesa del Santo, impresse in Venezia nel 1590, fece una lunga descrizione che desta la voglia di vederlo (Cap. XV. XVI. e XVII.). Nella rara medaglia che l’artefice medesimo a se fe-


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