Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu/175


atto terzo 169


Regolo.   Ha il merto allora

d’un’illustre virtú.
Amilcare.   Dunque non puoi
questo merto negarmi. Odi. Mi rende,
del proprio onor geloso,
la mia Barce il tuo figlio, e pur l’adora:
io, generoso ancora,
vengo il padre a salvargli, e pur m’espongo
di Cartago al furor.
Regolo.   Tu vuoi salvarmi!
Amilcare. Io.
Regolo.   Come?
Amilcare.   A te lasciando
agio a fuggir. Questi custodi ad arte
allontanar farò. Tu cauto in Roma
célati sol fin tanto
che senza te con simulato sdegno
quindi l’ancore io sciolga.
Regolo. (Barbaro!)
Amilcare.   E ben, che dici?
ti sorprende l’offerta?
Regolo.   Assai.
Amilcare.   L’avresti
aspettata da me?
Regolo.   No.
Amilcare.   Pur la sorte
non ho d’esser roman.
Regolo.   Si vede.
Amilcare.   Andate,
custodi... (agli africani)
Regolo.   Alcun non parta! (a’ medesimi)
Amilcare. Perché?
Regolo.   Grato io ti sono
del buon voler; ma verrò teco.
Amilcare.   E sprezzi
la mia pietá?