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24 xi - olimpiade

SCENA X

Aristea e detto; poi Alcandro.

Aristea. Stranier! (senza vederlo in viso)

Megacle.   Chi mi sorprende? (rivoltandosi)

Aristea. (Oh stelle!)
(riconoscendosi reciprocamente)
Megacle. (Oh dèi!)
Aristea. Megacle! mia speranza!

Ah! sei pur tu? Pur ti riveggo? Oh Dio!
di gioia io moro; ed il mio petto appena
può alternare i respiri. Oh caro! Oh tanto
e sospirato e pianto
e richiamato invano! Udisti alfine
la povera Aristea. Tornasti, e come
opportuno tornasti! Oh Amor pietoso!
oh felici martíri!
oh ben sparsi finor pianti e sospiri!
Megacle. (Che fiero caso è il mio!)
Aristea.   Megacle amato,
e tu nulla rispondi?
e taci ancor? Che mai vuol dir quel tanto
cambiarti di color? quel non mirarmi
che timido e confuso? e quelle a forza
lagrime trattenute? Ah! più non sono
forse la fiamma tua? Forse...
Megacle.   Che dici!
Sempre... Sappi... Son io...
Parlar non so. (Che fiero caso è il mio!)
Aristea. Ma tu mi fai gelar. Dimmi: non sai
che per me qui si pugna?
Megacle.   Il so.
Aristea.   Non vieni
ad esporti per me?