Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/393


varianti 387


quale asilo alla fuga
sará miglior: de’ Gandariti il regno,
o la reggia de’ Prasi. A te congiunti
d’interesse e di sangue ambo i regnanti,
contenderanno a gara
la gloria di salvarti, infin che passi
questo nembo di guerra
in altro clima a desolar la terra.
Cleofide. L’arbitrio della scelta
rimanga a Poro. E ancor non viene! Oh, quanto
l’attenderlo è penoso! Eccolo, io sento...
Ma no, giunge Erissena.
Gandarte. Oh, come asperso
ha di lagrime il volto!
Cleofide. (ad Erissena, che sopraggiunge) Eh! non è tempo
di pianto, o principessa. È stanco alfine
di tormentarne il ciel. Con noi respira;
consòlati con noi. Libero è il varco
al nostro scampo, e libera mi rende
al mio sposo Alessandro. Andremo altrove
a respirar con Poro aure felici, ecc.

ATTO TERZO

SCENA I

Portici dei giardini reali.

Poro, poi Erissena.

Poro. Erissena!
Erissena. Che miro!
Poro, tu vivi? E quale amico nume
fuor del rapido fiume
salvo ti trasse?
Poro. Io non t’intendo. E quando
fra l’onde io mi trovai?