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atto primo | 15 |
Iarba. Sensi d’alma volgare. A me non manca
braccio del tuo piú fido.
Araspe. E come, oh dèi!
la tua virtude...
Iarba. Eh! che virtú? Nel mondo
o virtú non si trova,
o è sol virtú quel che diletta e giova.
Fra lo splendor del trono
belle le colpe sono,
perde l’orror l’inganno,
tutto si fa virtú.
Fuggir con frode il danno
può dubitar se lice
quell’anima infelice
che nacque in servitú. (parte)
SCENA VIII
Araspe solo.
Empio! L’orror che porta
il rimorso d’un fallo anche felice,
la pace fra’ disastri
che produce virtú, come non senti?
O sostegno del mondo,
degli uomini ornamento e degli dèi,
bella virtú, la scorta mia tu sei!
Se dalle stelle tu non sei guida
fra le procelle dell’onda infida,
mai per quest’alma calma non v’è.
Tu m’assicuri ne’ miei perigli,
nelle sventure tu mi consigli,
e sol contento sento per te. (parte)