Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/478

442 della chiesa cattedrale di benevento

ha inciso con semplice contorno le sue figure. Di sculture in rilievo non vi sono che i rosoni con le teste di grifo portanti in bocca l’anello. La cornice in giro ai quadri è formata da un semplice bastone prismatico. Nelle loro intersezioni, cioè agli angoli di ciascun quadro, quattro rozzissime foglie vorrebbero rappresentare un rosone. In giro al campo occupato dai quadri nella porta maggiore vi è una larga fascia ornata di viticci e fogliame, lavorati pure a scalpello, di bassissimo rilievo piatto. Da tutto ciò appare che l’arte di Oderisio sia molto bambina rispetto a quella delle porte del nostro duomo; e che, per quanto si voglia considerare che sien passati oltre quarant’anni tra il tempo in cui egli fece la prima del duomo di Troia e la seconda della basilica di S. Bartolomeo di Benevento, e che in tal lungo periodo di tempo egli abbia potuto apprender meglio l’arte, non si riuscirà mai a persuadere che quel rozzo artista Oderisio, il quale sapeva sì poco l’arte del fonditore da ricorrere all’opera dello scalpello, abbia potuto fondere poi con tanta maestrìa le squisite porte del nostro duomo, le quali, checchè ne dica Schultz, costituiscono un monumento importantissimo da giustificare pienamente l’entusiasmo di Barbier de Montault.

Escluso che esse possano essere opera di Oderisio Beneventano, in mancanza di qualsiasi altro documento, devesi ritenere che esse sieno opera di artisti greci, come ci è stato tramandato per tradizione orale che le ritiene eseguite a Costantinopoli, tradizione che Lenormant non volle accettare per volerle attribuire ad Oderisio.

In quale epoca furono esse fuse? Mancando qualsiasi notizia sul riguardo, sembra più probabile riferirle al tempo dell’Arcivescovo Ruggiero tra la fine del XII.° e il principio del XIII.° secolo; imperocchè non si sa che altro Arcivescovo abbia speso più di lui per la nostra cattedrale. Se a lui si deve la facciata del nostro maggior tempio, puossi con molta probabilità attribuirgli anche l’acquisto di queste porte monumentali.

Ho riferito che Barbier de Montault stimò che i tre pezzi di cornice o finimento dei quadri 66 e 68, di disegno, stile e tecnica assai più perfetti della nostra porta di bronzo, sieno stati i primitivi di tutta la porta, ed opera di Oderisio. Quale non