Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/398

366 dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia


Reca meraviglia come il Pugliese, autore sì coscienzioso della monografia sopra citata, sia potuto cadere nell’errore di credere che il tempio da Arechi costruito in Benevento fosse stato dedicato alla Santa di nome Sofia1. E tanto più reca meraviglia in quanto che egli riporta il riferito passo di Erchemperto, in cui dicesi che il tempio con greco vocabolo fu appellato Santa Sapienza. Vi era in Benevento un’altra Chiesa dedicata alla Santa di nome Sofia, ma fu quella fondata dall’Abate Zaccaria a Ponticello, fuori la città2.

Stefano Borgia3 è di parere che la dedicazione del tempio di S. Sofia seguì nell’anno 760, il 17 Febbraio. Non si sa quando il Monastero cessò di essere abitato da monache, nè per quale causa4; però nel decimo secolo certamente era occupato da monaci, avendosi notizia che essi volevano sottrarsi alla soggezione di Monte Cassino5. La quale indipendenza non acquistarono che nell’anno 1022 per concessione di Benedetto VIII, e si elessero liberamente per Abate un tale Bisanzio. Il primo loro Abate era stato Orso. Delle ricche donazioni che ebbe questo insigne Monastero in varii tempi non è quì il caso discorrere, ma si possono rilevare da Borgia e dall’Ughelli nell’Italia Sacra.

Questo Monastero passò in Benefizio o Commenda, come rilevasi da documenti dell’epoca di Callisto III. Indi nel 1595, col consenso dell’Abate Commendatario Cardinale Ascanio Colonna, da Clemente VIII fu unito alla Congregazione dei Canonici Regolari del SS. Salvatore, soppressovi l’ordine dei Benedettini. Tra questi è meritevole di menzione l’Abate Desiderio Beneventano, che poi fu Abate di Montecassino e da ultimo Papa col nome di Vittore III.6.

I più preziosi documenti che si conteneano in questo Monastero furon tolti e trasportati a Roma dal nominato Cardinale Ascanio Colonna; poi, alla morte di lui, furon da Papa Paolo V ricuperati e fatti deporre nella Biblioteca Vaticana, ove tutt’ora son conservati.


  1. Vedi F. P. Pugliese, op. cit. pag. 33 in nota.
  2. Vedi pag. 360 e 361 di quest’opera.
  3. Mem. Istor. tom. I. pag. 237.
  4. De Vita, Alter Thesaurus antiquitatum Beneventanarum Medii Aevi, pagina 99.
  5. Stef. Borgia, Mem. Istor. tom. I. pag. 241 e seg.
  6. Borgia, op. cit. tom. I, pag. 250. De Vita, antiquitatum. etc. pag. 99.