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riceve l’altro braccio che parte dal monte detto delle Ferriere, delle quali si scorgono tuttavia le antiche vestigia, e tutta la riunione delle botti ossiano castelli situati dentro la riserva così detta delle Botti con l’altro braccio che scende dal Territorio di Bassano unitamente ad alcuni più piccoli rami che derivano da quella contrada. Quindi in un solo ed ampio rivo scorre sotterra a traverso dei vignali del territorio Trevignanese dalla parte superiore della strada fino a S. Filippo, dove per mezzo di un emissario costruito col suo incastro viene a scaricar tutta la massa delle acque: allorquando però succede una qualche rottura nell’interno o conviene purgarlo nel tratto successivo da radici, o da interramento, che talvolta accade in forza di qualche apertura nei diversi bracci, che scorrono in quelle macchie in occasione di piogge e di alluvioni. Dipoi scorrendo da quel punto sempre scoperto fino a Trevignano viene a lambire sotterra la rupe della Rocca in notabile profondità scaricando prima, come dirò in appresso due Cannelle della sua perfettissima e squisitissima acqua nella pubblica fontana, oltre quella che serve all’innaffiamento del giardino di mia pertinenza, entro il quale passa dalla parte superiore per un buon tratto dentro il masso degli scogli vulcanici ivi esistenti. Continuando quindi il suo corso sempre però sotterraneo lungo le falde delle coste dette di S. Bernardino e di Montecchio torna di bel nuovo a farsi rivedere nel piano della tenuta di Pollina ( 1 ) e costeggiando sempre in poca distanza dalla medesima sino al fiume Arrone, ivi riceve le 1100 once di acqua del lago, come si disse poc’anzi fattavi introdurre dal Pontefice Clemente X prendendo però ivi il nome di Paola dal benemerito suo restauratore. Finalmente traversando il ponte della trave nel Territorio dell’Anguillara passa per le tenute di S. Maria in Celsano e dell’Olgiata, presentatosi prima di nuovo scoperto sopra archi non dissimili ai primi, per cui viene chiamato da Anastagio, Centenario in virtù dei 100 archi dei quali è composto, e quindi volgendo la sua direzione verso la storta e la giustiniana giunge finalmente a scaricarsi bipartito in oggi, cioè colla grande forma sul Gianicolo, ossia S. Pietro Montorio, e coll’altro braccio al Vaticano. Disposta pertanto in tal guisa la massa di questa acqua scende a fornire non solo Transtevere, le Ville, le Mole, le Fontane di S. Pietro con tutto il Vaticano e luoghi adjacenti, ma pur anche di quà dal ponte Sisto per uso di tutti gli edifizii che ivi si trovano, il Palazzo di Piazza Farnese, e sue maestose fonti, e di tanti altri Palazzi e Casamenti di quelle Contrade.

(1) È tradizione costante, e si ha ancora dal Digesto che questa tenuta appartenesse alla Matrona Clotilia Polla, la quale conforme sta scritto nel Digesto stesso, emit Lacum Sabatinum colla spiaggia al d’intorno di 10 piedi.