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Milanese, risulta però da autentici documenti che appartiene alla nobile famiglia Ceva, e deve perciò figurare nel numero dei vescovi Cevesi, come sempre ve lo fecero figurare gli scrittori di memorie Cebane.


4° Giuseppe Tommaso Derossi.

Nacque Giuseppe Tommaso Derossi, nella città di Ceva li 25 maggio 1708, dai nobili coniugi cavaliere Carlo e Maria Lucchinetto 1, fece in Torino il corso dei suoi studii e terminata filosofia per provar la sua vocazione allo stato ecclesiastico, intraprese il corso di teologia ancora laico, e come di lui si disse dal vicario generale Chenna Alessandrino: «diede il nuovo e forse unico esempio d’un nobile Cavaliere di secolari panni vestito e cinto di spada, misto

  1. La famiglia Derossi aveva titoli di nobiltà sul marchesato di Ceva come si rileva da una pergamena che si conserva in questo archivio parrocchiale riguardante il cav. Carlo padre di monsignor Derossi di cui si parla, e del tenore seguente:

    VITTORIO AMEDEO II.
    per grazia di Dio Duca di Savoia, Principe di Piemonte,
    Signore del Marchesato di Ceva, Re di Cipro ecc. ecc.


    Ad ognuno sia manifesto siccome hoggi avanti di Noi è comparso e personalmente costituito il ben diletto Giovanni Antonio Ferrari ecc. in qualità di procuratore e al nome del vassallo nostro carissimo il cav. della Sacra Religione e Milizia de’ Ss. Maurizio e Lazzaro D. Carlo Derossi figliuolo del fu anco cav. dell’istessa religione cons. Referendario (vivendo) nella città e provincia nostra di Ceva D. Francesco Derossi,... il quale ci ha umilmente supplicati, che per la morte di detto Referendario D. Francesco Derossi d’investire l’istesso suo figliuolo D. Carlo in persona sua di punti due della giurisdizione del capitaneato di Ceva del quartiere di S. Michele con suo territorio, finaggio e pertinenze feudali, col mero e misto impero omnimoda giurisdizione, possanza del castello, dignità marchionale prima e seconda, cognizione di tutte le cause civili e criminali, huomaggio, fedeltà, acque, acquaggi, di corsi d’acqua, ripe, ripaggi, pescaggioni, censi, redditi, dritti, emolumenti, e con tutte le preminenze, prerogative, dipendenze, beni e ragioni feudali, spettanti alli detti due punti: insieme d’investirlo di stara due di levata di Molino e Battandero, e di emine tre di levata di Lezza, con stara due di pedaggio della medesima città, quali due punti ecc. Quest’investitura porta la data delli 19 gennaio 170O, e si pagarono per essa due scuti d’oro a L. 7,5.