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di marmo riposto il cadavere di Dante senza alcuna Iscrizione, perchè la disgrazia sopraggiunta poco dopo al detto Guido1, gli tolse il comodo di eseguire il concepito disegno di fare a lui un’onorifico Sepolcro, e di apporvi la memoria di chi entro vi stava rinchiuso. Molti Poeti della Romagna2 non tanto per onorare le ossa del defunto loro maestro, quanto per compiacere al loro Signore, il quale sapevano che ciò desiderava, gli avevano inviati diversi elogj, acciò quello scegliesse, che avesse giudicato il migliore3. Ma non avendo Guido potuto dar compi-

    avanti la Porta della Chiesa maggiore, perchè la presente Chiesa di S. Francesco era già intitolata col nome di S. Pier Maggiore, o di Basilica Petriana, avendola anticamente eretta S. Pier Grisologo, come ce ne assicura l’Agnello nella Part. 1. del suo Pontificale; ora sta il detto sepolcro in una cappella presso la porta del convento, per la parte di fuori la tramontana, serrata da un cancello di ferro.

  1. Lo dice Filippo Villani, e lo stesso Boccaccio; e dal più volte citato Girolamo Rossi nel lib. 6. della Storia di Ravenna si ha che Guido morì esule in Bologna nel 1323. in circa.
  2. Boccaccio Vita di Dante.
  3. Il detto Boccaccio, secondo l’edizione del Sermartelli, riporta un’Epitaffio fatto da Giovanni del Virgilio Bolognese per il sepolcro di Dante che incomincia:

         Theologus Dantes nullius dogmatis espers
              Inclita fama cujus etc.

    Ma la vera Iscrizione che in 14. versi compose il detto Giovanni e che, come la migliore di ogni altra, volle trascrivere in quel luogo il Boccaccio, non è questa, ma bensì la seguente, la quale s’incontra nell’edizione del 1477. della mentovata Vita, ed in quella di Firenze del 1723. nel Codice Recanati della Storia di Gio. Villani, nell’operetta inedita di Filippo Villani nella Laurenziana, o prima nella Gaddiana, ed in un manoscritto del Canonico Salvini (Ved. il Tom. 35. del Giornale d’Italia pag. 345.)

         Theologus Dantes nullius dogmatis expers
              Quod foveat claro philosophia sinu.
         Gloria musarum vulgo clarissimusa auctor
              Hic jacet et fama pulsat utrumque polum.

    1. gratissimus nel manoscritto Laurenziano di Filippo Villani.