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celebri professori, e fra gli altri Anastasio Germonio e Gaspare Antonio Tesauro.

24. Sul principio del secolo diciasettesimo incominciò Piemonte ad alterarsi il buon gusto; ed in ogni maniera di lettere e di scienze, la falsa pompa d’ingegno, e l’indigesta erudizione, poco sicura e mal collocata, usurpo l’onore dovuto alla schietta eleganza ed alla soda dottrina: tutti gli studi ne soffrirono assai, e per natural conseguenza la disciplina scolastica anch’essa venne a dicadere.

25. Dopo la metà di quel secolo, i principi nostri tentarono di ristabilire l’insegnamento dell’Università sulle sue prime basi. Nel mdclxxiv Carlo Emanuele II fece varii ordinamenti per gli esami, e ne affidò l’eseguimento al capo della riforma, ed a’ riformatori, ch’erano, dic’egli, i suoi principali ministri. La scolaresca era divisa in nazioni che aveano i loro sindaci: le liti degli scolari erano giudicate da un magistrato speciale già da gran tempo istituito che portava il titolo di conservatore; godevano pure gli scolari parecchi privilegi, e riscuotevano dazi dagli Ebrei, da’ droghieri, e da altri.

26. Nel mdclxvii Madama Reale Giovanna Battista, reggente dello stato, fece ordinamenti savissimi, che ancor di presente possono meritare d’esser veduti ed imitati. Il gran cancelliere era capo della riforma: i professori doveano essere eletti per concorso fuorchè quando si fosse trattato d’uomini celebri per opere stampate o per letture sostenute in altre Università: i loro onorarii crescevano ad ogni triennio, e potevano salire fine ad ottocento scudi d’oro.

27. Ma la sapienza delle leggi o la generosità de’ principi non pote impedire il dicadimento della Università, e si vide allora, anzi si toccò con mano, che senza i buoni studi di lettere non solamente mancano oratori e poeti, di cui crede taluno che si possa di leggieri sopportar la mancanza, ma vengono alla fin fine a mancare e savi teologi, ed eruditi giureconsulti, e dotti medici, e periti ingegneri.