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nazione. Quindi un nuovo e non iscarso incarimento nei movimenti commerciali del Regno, per le spese di carico e scarico, che non sono poche, che sono forti in confronto delle spese di trasporto; nuova perdita e grandissima di tempo, perchè si tratterebbe di ore e di ore; locchè tutti crederanno facilmente, solo che riflettano che colle strade a vapore i viaggiatori giungono a centinaia, e le merci a traini di cento tonnellate. Allora sì, che il viaggio da Venezia a Milano per la strada di ferro non sarebbe più una dilettevole corsa a vapore, ma un edificante esercizio di pazienza.


CAPO IV.

Pei danni pubblici e privati suddetti non potersi parlar d'indennizzi, e perchè. Di qual natura e di qual misura sarebbe un compenso determinato per parte aliquota della futura rendita della linea da Brescia a Milano per Bergamo.

[XXIII. Pei danni pubblici e privati suddetti non potersi parlar d’indennizzi, e perché.]

76. E che si parli ora d’indennizzi d’accordarsi alla Società lombardo-veneta, ove essa acconsenta che la sua grande linea svii per Bergamo e Monza, ommettendo di eseguire il proprio tronco da Brescia a Milano, non meno che la diramazione per Bergamo: e che ciò ch’è, per sua istituzione, e per approvazione sovrana, una strada sola, un servizio solo, una Società sola, da Venezia a Milano, divenga due, cioè una da Venezia a Brescia, l’altra da Brescia a Milano!!

77. E intanto perchè non si fa parola del danno pubblico? Si spera forse che, tacendone, potrà essere obbliato da un governo vigilante e paterno come il nostro? che potrà essere sacrificato ad un qualche individuale interesse? Se lo si spera, si spera indarno.

78. Or chi sarà per predire, per calcolare l’immensità di questo danno pubblico derivante da questi due gravi errori, dalla inopportuna direzione e posizione della linea e dallo spezzarsi in due, linea, società, amministrazione di transito?