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indigena sotto l’impulso energico del Comandante si rianimò.

In base ai voti ed ai mezzi dati dal Parlamento in ottobre e novembre 1887 vennero spediti nella colonia 2 reggimenti cacciatori, 1 squadrone di cavalleria e 4 compagnie cannonieri, del Corpo Speciale d’Africa (truppe volontarie con ferma e competenze speciali) ed un’altra brigata di rinforzo. Queste truppe con le altre ivi esistenti, e con circa 2000 indigeni assoldati formarono 4 brigate, con 6 batterie d’artiglieria, 2 squadroni cavalleria, 6 compagnie genio, e 4 compagnie d’artiglieria da fortezza, della forza complessiva di circa 18000 combattenti con 38 pezzi di artiglieria mobile, non compresi gli equipaggi e gli armamenti delle navi ancorate intorno a Massaua, e non compresi 1900 fuorusciti abissini della banda di Debeb, cugino ribelle del Negus, che si pose ai nostri servigi, ma poscia sul più bello defezionò1.

A capo di questa spedizione fu posto il ten. generale Di San Marzano che conservò il Saletta ai suoi ordini ed ebbe per missione definita di rioccupare Uà e Saati, e di mantenervisi ad ogni costo, facendo anche costrurre una ferrovia che congiungesse quest’ultima località con Massaua. Generali in sottordini



  1. Ancoravano nel porto le seguenti navi quasi tutte di vecchio tipo: le cannoniere Provana, Scilla e Cariddi; le golette Miseno, Calatafimi e Mestre; gli arieti-torpedinieri Bausan e Dogali; l’avviso Colonna; i trasporti Città di Genova, Cavour ed Europa, ed altre due o tre navi disarmate e di nessun conto.