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stradali che riuscirono di grande utilità per la Colonia. Tra questi va specialmente noverato il così detto triangolo stradale Saati-Asmara-Keren che, già iniziato precedentemente, fu condotto a termine sotto il governo Baratieri, e nel quale, più che gli operai indigeni e italiani, ebbero merito le truppe coloniali e specialmente quelle del genio.

È pure da ricordarsi il largo impianto telegrafico che avvinse con una fitta rete di fili tutte le principali località della Colonia e che fu di grande aiuto in tutte le operazioni militari.

Ma tra i provvedimenti e gli studi d’indole economica compiuti sotto il governo del generale Baratieri, i più importanti e di maggiore interesse per l’Italia e per l’avvenire della sua Colonia, furono gli indemaniamenti territoriali e gli esperimenti di colonizzazione agricola, eseguiti prima per cura del deputato Franchetti, e proseguiti poscia per cura dell’Ufficio del Demanio detto anche Ufficio di Colonizzazione.

La proprietà fondiaria in Abissinia fu sempre considerata di spettanza assoluta dei Sovrani che, sotto la sorveglianza dei rispettivi Ras, Degiacc e Scium ne cedevano l’uso e la coltivazione collettiva alle stirpi o tribù riunite nei comuni (gulti) o comunelli (addi). Ciò avvenne quasi sempre senza formalità di sorta ed anche senza stabilità, specialmente in causa delle frequenti guerre e dei continui cambiamenti nei Capi.

A queste stirpi o tribù furono annessi gli obblighi di fedeltà al Sovrano, del pagamento