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Due oggetti principalmente bisogna osservare, e sono annua riproduzione, e consumazione annua. In ogni Stato si riproduce per mezzo della vegetazione e delle manifatture, e in ogni Stato si consuma. Quando il valor totale della riproduzione equivale al valore dell’annua consumazione quella nazione persevera nello Stato in cui si ritrova, qualora tutte le circostanze sieno uguali. Deperisce quella nazione in cui l’annua consumazione eccede la riproduzione annua. Migliora questo stato in cui l’annua riproduzione sopravanza il consumo.

Alcuni benemeriti Scrittori rattristati dai gravi disordini che soffrono i Popoli per le Gabelle sono passati all’estremo di considerare ingiusto e mal collocato il tributo, se non ripartito su i fondi di terra, e colla creazione d’un linguaggio Ascetico hanno eretta la Setta degli Economisti, presso la quale ogni uomo che non adoperi l’aratro è un essere sterile, e i manofattori si chiamano una classe sterile. Rispettando il molto di vero e di utile che da essi è stato scritto, io non saprei associarmi alla loro opinione nè sul tributo, di che in seguito tratterò, nè su di questa pretesa classe sterile. La riproduzione è attribuibile alla manofattura ugualmente, quanto al lavoro de’ campi. Tutti i fenomeni dell’universo sieno essi prodotti dalla mano dell’uomo, ovvero dalle universali leggi della Fisica non ci danno idea di attuale creazione, ma unicamente di una modificazione della materia. Accostare e separare sono gli unici elementi che l’ingegno umano ritrova analizzando l’idea della riproduzione; e tanto è riproduzione di valore e di ricchezza, se la terra, l’aria, e l’acqua ne’ campi si trasmutino in grano, come se colla mano dell’uomo il glutine di un insetto si trasmuti in velluto, ovvero alcuni pezzetti di metallo si organizzino a formare una ripetizione. Delle intere Città, e degli Stati interi campano non d’altro che sul prodotto di questa fecondissima classe sterile, la di cui riproduzione comprende il valore della materia prima, la consumazione proporzionata delle mani impiegatevi, e di più quella porzione che fa arricchire chi ha intrappresa la fabbrica, e chi vi si impiega con felice talento.

Ho detto che la nazione in cui l’annua riproduzione pareggia l’annuo consumo è in uno stato di perseveranza, e vi ho aggiunto quando tutte le circostanze sieno eguali; poichè mutate le circostanze essa potrebbe deperire ciò non ostante; e ciò accaderebbe qualora qualche nazione vicina diventasse più ricca e potente di lei; essendo che la forza, e la potenza, come tutte le altre qualità sì dell’uomo, che degli stati, altro non sono che mere relazioni, e