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ETÀ II* 0 DELLE GENTI PBIMITTVX: I CULTI. 493

naturalità, a quelle comunicazioni dirette tra l’uomo e il Creatore senza le quali non si spiega nessuna delle origini amane; se ammettiamo insieme e il fatto incontrastabile del monoteismo primitivo, e la storia unica di esso, noi troveremo in questa coinè nell’altre questioni un riposo di mente, nna facilità di scienza, una soddisfazione di crìtica, una chiarezza di storia, una cpnseguenza di ragioni e fatti, tutto diversi da quanto abbiano trovato tutti coloro, anche eruditissimi, che tentarono penetrar senza guida, nella selva delle antiche mitologie.1 Qnesta anzi è la ragione per cui molti incominciarono, pochi proseguirono, e nessuno compiè finora lo studio di esse; non che compiere, non si suole nè può proseguir niuno studio in cui non s’incontrino speranze crescenti d’intendere e spiegare; nè sono tali speranze, se non dove siasi presa buona via; nè è buona via nelle questioni storiche, se non quella che risale ai fonti; nè risalissi iu questa a tutti i fonti finora. Sludiaronsi gli storici, i filosofi antichi e i santi Padri, che son fonti della caduta, ma non guarì dell’origine del politeismo e dell’idolatria; sludiaronsi ultimamente lo Zend Avesta Persiano, i Veda Indiani, i monumenti Egiziani ed altri, che sono fonti del politeismo già progredito a religioni nazionali, ma non de’ culti originari delle genti, e massime non dell’origini di questi dal monoteismo. E stndiossi bensì il documento unico di questo più che niun libro umano; ma studiossi, in generale, molto più a trovarvi la successione della religione vera che non l’origine delle false. Tratti dalla facilità e bellezza del primo di questi

1 Quest’accordo della rivelazione 1° colle leggi intime deliamente umana, e 2° co’ fatti della scienza storica, è confessato da parecchi, 1 quali pur v’aggiungono {inconcepibilmente} loro professione di non seguirla. Eccone due recenti esempi: 1° Cette admirable philosopkie chrétienne peut aaément ti poster de la nilre; elle donne aieément ce qui none cotUe tant de peine, et avec elle on a ce que la philosophie ne donnera jamaie, la técuriU et la paia de fame. (Jules simon, notizia su Maine de Biranj Berne dee detta monde!, tomo XXVili, pag. 080.) — V Ila itiimpoteiblcjuequ’ieid’étendre let principe! entrevus par l’hiitoire et la philotophie à VsxpUcation génirale dee fait! obeervée. * chaque règie s’est trouvée contredite par dee eaceplione innombrable», chaque loi démmtie par dee apparenos» differente»; et le» eeule écrivains qui aient cru pouvoir ratlacherpar un liencommun le» (Kmtnt multiplee, hitérogènet, antipathique», que la tcience avait recueillit, tont ceua) qui, camme Bottuel et Vico, n’ont pai craint de mettre enjeu de» caute» que ne peut tonder la ratio» humaine. (Moke, Hiitoire de Frano, p. II.)

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