Pagina:Mazzini - Scritti editi e inediti, LXIX.djvu/323

La proprietá delle terre, che la giustizia e lo sWluppo storico del paese assegnano egualmente al contadino, è riconosciuta diritto signorile; e uondi meno noi apparteniamo al Signore, ma la terra appartiene a noi: è locuzione proverbiale del contadino, che corrisponde a un sentiuiento profondo da non estirparsi se non colla vita. I contributi dei conta (lini non sono diminuiti che colla condizione del sequestro d" una porzione del suolo a prò’ dei signori. Ai signori è affidata la polizia in ogni comune: a impiegati eletti da essi T amministrazione. A legge sififatta il popolo ha risposto con sommosse parziali e sconnesse, ma scoppiate a un tempo in quasi tutte le i)roviucie.

Le relazioni officiali narrano i moti di venti Provincie, e l’impiego della soldatesca, quasi per ogni dove, a sopirli. In piú punti ebbero luogo carnificine: carnitícine, dico, dacché la truppa fece fuoco su gente inerme, e che non opponeva resistenza reale. In un distretto, Spassk, della provincia o governo di Kasan, una sola compagnia di soldati, introdotta in un villaggio, dove erano raccolti da dieci mila (contadini, ne uccise o feri oltre a cento, senz’ombra di lotta. Nel governo di Fodolia, piú di cento quaranta villaggi, sommanti a una popolazione di 70,000 abitanti, ricusarono sottomissione al nuovo regolamento. Le truppe inoltrarono su tutti i punti: ma un solo caso di resistenza ebbe luogo, in Penza, dove il popolo vinse sulle prime e soggiacque a nuovi rinforzi. Or ponete che una forte associazione connettesse ed ordinasse ad aperta e calcolata resistenza tutti gli elementi di lotta rilevati da quelle sommosse; a quali pericoli non si vedrebbe tratto un governo infiacchito da tutte le ragioni che ho finora accennate? Mazzini, Saritti, ecc., voi. LXIX (Politica, voi. XXIV). 18