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(lei nostro paese, e vi libereremo fiuanco dal timore di non essere lodati soli. Che importa a noi di voi o di noi? Non morremo fra pochi anni noi tutti? A noi importa della patria nostra, che non morrá, e alla quale i vostri errori, le vostre illiberali alleanze, il vostro antagonismo a quanto è vita di popolo, scavano un abisso di pericoli e di disonore. Smentiteci; e siate potenti davvero. Noi non vi chiediamo se non di spegnere ogni nostra influenza d’opposizione Invece di diffidare e reprimere, secondate e guidate Invece di perseguitarci di sospetti e calunnie, sosti tuitevi a noi. Invece di tentar Garibaldi perch’ei tradisca l’aspettazione d’Italia e la fede in lui ri posta dai popoli, fate vostro il suo programma e annientate il dualismo ch’oggi scema le nostre forze Invece d’usar tutte l’arti possibili per disfarne il temuto esercito, conquistatelo, accrescendone il numero e ridonandogli il capo. Invece di tentare, senza energia sufficiente per consumarli, piccoli colpi di Stato con arresti illegali e deportazioni che violano il vostro Statuto — invece d’irritare il popolo chiamando a funzioni eminenti, a segretariati regii, gli uomini costretti da esso a rassegnare l’ufficio — escite dal cerchio angusto della setta che vi circonda, governate col paese, e date al popolo capi che gli siano accetti e che ne secondijio le ormai innegabili aspirazioni. Invece di contendergli, in nome della Diplomazia. Venezia e Roma, ditegli: A patto che abbiamo da voi danaro ed uomini quanti sono necessari all’impresa, noi vi daremo Roma e Venezia. Invece di attingere le vostre ispirazioni a Parigi, cercatele in iS’apoli. in Palermo, in Milano, in Genova, nelle fervide e desiose cittá d’Italia. Invece di studiare i modi per crearvi una maggioranza servile, dite agli elettori: Se volete che operiamo a seconda dei