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tigre che vada in traccia della sua preda. Ho luogo di credere, essere stato lui che dettò la terribile sentenza, che io sentii pronunziare:

«Voi, Alonzo di Moncada, religioso professo dell’ordine di ***, accusato dei delitti di eresia, d’apostasia e di fratricidio.... (Oh! no, no, esclamai io, ma nessuno fece a me attenzione) e di cospirazione col nemico dell’uman genere contro la pace della comunità, nella quale avevate pronunziati i voti di consacrarvi a Dio, accusato inoltre d’aver comunicato nella vostra cella, situata nelle prigioni del Sant-Uffizio, con un messaggiero infernale del nemico di Dio, dell’uomo e della vostra anima stessa, convinto per vostra propria confessione d’aver dato accesso nella vostra propria cella allo spirito infernale, siete colla presente condannato a....»

Non intesi altro; gettai un grido, uscii fuori di me, ed al ritornare che feci ai sensi mi ritrovai nella mia cella, isolato, ed aspettando il termine fatale del mio destino. Ma ad un