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vano. La sua conversazione era ricca, varia ed istruttiva, ma egli parlava sì sovente di estinti, che io qualche volta immaginava, lui essere del loro numero. Era egli soprattutto abbondante di aneddoti, ed io, che non ne sapeva gran fatto, li ascoltava con tanto maggior compiacimento, perchè li raccontava egli con tutta la fedeltà di un testimone oculare. Quello però che sopra ogni altro mi piacque fu la descrizione delle feste brillanti della corte di Luigi XIV. E mi ricordo principalmente che una volta mi raccontò l’aneddoto conosciuto del cardinal Richelieu, il quale trovandosi col re Luigi XIII in una riunione, passò avanti al re nel momento appunto in cui fu annunziata la carrozza di sua maestà. Luigi (continuò l’incognito) disse sorridendo: sua Eminenza vuol esser sempre il primo. Il primo a servire la maestà vostra, riprese il cardinale con una presenza di spirito ammirabile; e togliendo dalle mani di un paggio, che era vicino a me, una torcia, accompagnò il re fino alla di lui carrozza.