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agitatissima ed assistetti al mattutino senza aver chiuso occhio al sonno. Sentii ciò non ostante, che aveva acquistata della fermezza, o almeno così mi parve. Ahimè! io non sapeva quanto mi restava a soffrire.

In quel giorno medesimo adempii ai miei uffici con una più che ordinaria assiduità. Aveva già appresa la necessità della dissimulazione. Subito dopo il desinare arrivò la carrozza del mio genitore, e mi fu permesso di andar per un’ora a passeggiare sulle rive dei Mancanarez. Fui sorpreso di trovare il mio genitore dentro la carrozza, e quantunque egli mi abbracciasse con un poco d’imbarazzo, ebbi grandissima consolazione nel vederlo.

Le mie speranze però rimasero deluse, quando udii la frase misurata che m’indirizzò. Sentì tosto raffreddarmi verso il medesimo e presi la risoluzione di regolarmi seco lui con prudenza. La nostra conversazione ebbe principio ne’ termini seguenti:

State voi volentieri nel vostro convento, figlio mio? — Molto. (Nella