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ri seguiti da una folla di domestici, ed accompagnati da un giovanetto, la cui statura vantaggiosa e l’aria distinta lo facevano comparire più avanzato in età di me; quantunque realmente fosse venuto alla luce un anno dopo la mia nascita.

Alonzo, mi disse il mio genitore, abbracciate il vostro fratello. Mi avanzai verso di quello con tutta la vivacità della giovinezza, incantato di aver trovato un novello oggetto di affezione, e pronto a non frapporre alcun limite al mio attaccamento per l’amato oggetto; ma il fratello mi si appressò a passi lenti, mi stese le braccia con un contegno molto grave, avvicinò per un momento il suo capo alla mia spalla, e rialzandolo mi guardò con due occhi fulminanti, il cui orgoglioso splendore non offriva neppure un raggio di amicizia fraterna. Tale accoglienza mi sconcertò intieramente. Noi però avevamo obbedito al genitore: ci eravamo abbracciati.

Fate, che vi vegga stringere insieme la mano, aggiunse mio padre,