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mare vescichette analoghe a quelle che l’osservazione microscopica scuopre nel chilo, nella linfa e nel sangue.

Per compiere questa Lezione sulla digestione non ho più che a dirvi una parola dei gas dello stomaco e degli intestini, e delle sostanze inorganiche che formano parte più o meno integrante dell’organismo animale.

L’osservazione ha provato che manca quasi sempre l’ossigene nei gas dello stomaco, e specialmente in quelli delle intestina; e che questi gas si compongono principalmente di azoto, d’acido carbonico e d’una certa quantità d’idrogeno carbonato, e qualche volta di traccie di idrogene solforato. Evidentemente una gran quantità d’aria atmosferica è introdotta nello stomaco, e in qualche maniera deglutita assieme agli alimenti. L’ossigene di quest’aria scompare nello stomaco infiltrandosi forse per le membrane e giungendo fino al sangue, e più probabilmente prendendo parte a quelle modificazioni che sappiamo dover subire le materie azotate albuminose per divenire fermento. L’acido carbonico sembra svilupparsi abbondantemente in qualche caso, e si citano a questo proposito gli sviluppi enormi di questo gas in alcuni ruminanti nutriti di erbe fresche e umide. È curioso come la scomparsa, o la produzione di quantità abbondante di gas nello stomaco e negli intestini si fanno e si succedono qualche volta con tanta rapidità, da non potersi ricorrere ad azioni chimiche per rendersene conto. La presenza dell’idrogene fra i gas del tubo digerente non può fin qui legarsi a nessuno dei cangiamenti fisico-chimici che abbiamo visto accadere nella digestione.

Ho provato coll’esperienza che l’ossigeno non è necessario per l’azione che il sugo gastrico ha a disciogliere la fibrina e l’albumina coagulata, come sembra supporsi da Liebig. Un pezzo di stomaco di majale fu messo nell’acqua leggermente acidulata insieme alla fibrina e all’albumina coagulata: l’acqua era stata bollita per molte ore, ed il li-


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