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nella pianta vivente e munita di foglie e di radici, il liquido si sollevò più che in quella che mancava di foglie; nella pianta appassita, e che ha ripreso vita nella soluzione acquosa, l’assorbimento fu più grande. Ognuno ricorda le sperienze famose di Hales, e le ultime di Boucherie, per cui è provato che una quantità enorme di liquido è succhiata dal tronco d’un albero in vegetazione. Un pioppo di 28 metri d’altezza assorbì in poco tempo la quantità enorme di tre ectolitri di soluzione di acetato di ferro.

Qualunque sia la soluzione adoperata, essa è sempre assorbita dal vegetabile, se non che certe soluzioni acide od alcaline troppo concentrate e le soluzioni saline alterando, distruggendo la struttura della pianta, non sono altrimenti assorbite.

Concluderemo da ciò che l’assorbimento dell’umor nutritivo, che si fa dalle radici d’una pianta, il movimento ascensionale di questo liquido verso le foglie siano fenomeni analoghi a quelli della capillarità e dell’imbibizione? Esaminiamo queste funzioni nei vegetabili con maggiore accuratezza.

Al principio della primavera la linfa sale dalle radici alle foglie per la parte centrale del tronco, e intanto un liquido di composizione diversa della linfa, il così detto succo proprio si muove in direzione contraria, dalle foglie alle radici, scorrendo per i tessuti corticali della pianta stessa. Se si fa un foro che giunga fino al centro del tronco in una pianta in vegetazione, si può raccogliere una abbondante quantità di linfa che si è trovata più densa, a misura che si raccoglieva più in alto, verso le foglie. Se invece si passerà un laccio intorno al tronco, o si toglierà un anello di scorza, dopo qualche tempo la rigonfiatura che si vedrà formata al disopra del nodo o dell’anello verso le foglie, proverà l’esistenza della corrente discendente del sugo proprio. Hales ha provato, che la quantità di liquido che una pianta in vegetazione assorbiva, cresce-