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gli ho tenuto testa» — disse Flavia quando fu sola. «Una donna uggiosa e spiritosa, ma non le sono rimasto indietro» — mormorava il marchese dalla sua parte.

Pure il marchese andò con una certa frequenza in casa della contessa e la contessa lo accolse con una cortese cordialità. Ambedue si erano accorti che la gente dintorno si compiaceva di questa relazione che riuniva l’uomo e la donna di maggiore spirito che vi fossero nella città: si erano accorti dei sorrisetti, dell’attenzione curiosa con cui si cercava di prender parte ai loro colloqui, della premura con cui si divulgava un motto detto da Flavia e Ernesto o viceversa; infine si erano accorti di essere trattati dal pubblico come attori di merito. Avevano essi la coscienza di rappresentare una parte o di dire la verità? Ecco il punto oscuro che io non illuminerò. Ma è sicuro che la commediola continuò, recitata vivamente e con molto interesse. Appartenendo alla poco numerosa classe delle persone di spirito, i due cercavano appunto di fare l’opposto di quanto tutto il mondo faceva. Ernesto aveva a bella prima dichiarato che non avrebbe mai e poi mai fatta la corte alla contessa e la contessa aveva soggiunto che gli proibiva d’innamorarsi di lei, il che è appunto il