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evviva la vita! | 15 |
mai ardere i loro uomini; e da una certa poesia invincibile che circonda la nostra patria e noi...
— Sicchè un italiano può molto piacere e molto conquistare, quassù? - insistette Vittorio Lante, ansioso.
— Moltissimo - replicò Lucio, serenamente, fumando.
— E conquistare... seriamente? - soggiunse, ancora, Vittorio...
— Seriamente? No - disse Lucio. - Non bisogna illudersi. Queste seduzioni nostre sono, per lo più, di breve portata. Finito l’agosto a Saint-Moritz, passata la prima grande settimana di settembre a Lucerna-, insieme... dopo, qualche giorno a Parigi... poi, basta!
— Esse dimenticano?
— Dimenticano; il nostro fascino viene dalla vicinanza nostra. Di lontano, l’amoretto s’illanguidisce, svanisce: i loro inglesi, i loro austriaci, i loro americani, i loro russi, se le riprendono... e tutto è finito. Qualche cartolina postale, con un motto poetico; poi, più niente.
— E se non dimenticano?
— È raro - mormorò Lucio, pensoso - ma accade. Una viennese, bianca, snella, simpaticissima... con me... due anni fa... mi rammenta ancora. ..
— Sperava? Spera?
— Sperava: spera - replicò Lucio, pensoso.
— Non sapeva?
— Non sapeva nulla: non sanno mai nulla, queste care creature: io, cerco di non far sapere loro mai nulla.