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— Guarda cosa diavolo t’è venuto in mente!... Qui c’è mia moglie e mia figlia adesso!... Almeno andatevene nel palmento, e non vi fate vedere da queste parti...

Ma tutto quel bene e quella carità gli tornavano in veleno per l’ostinazione dei parenti che non avevano voluto mettersi sotto le sue ali. Se ne sfogava spesso con Bianca la sera, quando chiudeva usci e finestre e si vedeva al sicuro: — Salviamo tanta gente dal colèra... Abbiamo tanta gente sotto le ali, e soltanto il sangue nostro è disperso di qua e di là... Lo fanno apposta... per farci stare in angustie... per lasciarci la spina dentro!... Non parlo di tuo fratello, poveraccio quello non capisce... Ma mio padre... Non me la doveva lasciare questa spina, lui!...

Non sapeva di quell’altro dispiacere che doveva procuragli la figliuola, il pover’uomo! Isabella ch’era venuta dal collegio con tante belle cose in testa, che s’era immaginata di trovare a Mangalavite tante belle cose come alla Favorita di Palermo, sedili di marmo, statue, fiori da per tutto, dei grandi alberi dei viali tenuti come tante sale da ballo, aveva provata qui un’altra delusione. Aveva trovato dei sentieri alpestri, dei sassi che facevano vacillare le sue scarpette, delle vigne polverose, delle stoppie riarse che l’accecavano, delle rocce a picco sparse di sommacchi che sembravano della ruggine a quell’altezza, e