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baronessa, e dopo che Pirtuso se ne fu andato, le disse:

― Sapete cosa ho pensato? di concorrere pure all’asta vossignoria, insieme a qualchedun'altro... ci starei anch’io...

― No, no, ho troppa carne al fuoco!... Poi non vorrei fare uno sgarbo al cugino Zacco! Sapete bene... Siamo nel mondo... Abbiamo bisogno alle volte l’uno dell’altro.

― Intendo... mettere avanti un altro... mastro―don Gesualdo Motta, per esempio. Un capitaluccio lo ha; lo so di sicuro... Vossignoria darebbe l’appoggio del nome... Si potrebbe combinare una società fra di noi tre...

Poscia, sembrandogli che don Diego Trao stesse ad ascoltare i loro progetti, perchè costui aspettava il momento di parlare alla cugina Rubiera, impresciuttito nella sua palandrana, e aveva tutt’altro per la testa il poveraccio! il canonico cambiò subito discorso:

― Eh, eh, quante cose ha visto questo magazzino! Mi rammento, da piccolo, il marchese Limòli che recitava Adelaide e Comingio colla Margarone, buon’anima, la madre di don Filippo, quella ch’è andata a finire poi alla Salonia. “Adelaide! dove sei?„ ― La scena della Certosa... Bisognava vedere! tutti col fazzoletto agli occhi! Tanto che don Alessandro Spina