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cambia certo una Margarone con una comica!... Poi, se perdono io che sono offeso maggiormente!...

Ma donna Fifì non si placava. Diceva che non voleva saperne più di colui, uno sciocco, un avaraccio, il barone Melenzose!... Se mai, non le sarebbe mancato un pretendente cento volte meglio di lui... Andava scorbacchiandolo con tutti, amiche e parenti. Don Ninì dalla rabbia avrebbe fatto non so che cosa. Giurava che voleva spuntarla ad ogni costo, ed avere la prima donna, non fosse altro per dispetto.

— Ah! gliela farò vedere a quella strega! La polvere spinge la palla!...

E mandò a regalare salsicciotti, caciocavallo, un bottiglione di vino. Empirono la tavola della locanda. Non si parlava d’altro in tutto il paese. Il barone Mèndola narrava che ogni sera si vedevano le Nozze di Cana dal suo buco. Regali sopra regali, tanto che la baronessa dovette nascondere la chiave della dispensa. Mastro Titta venne a dire infine a don Ninì:

— Non resiste più, vossignoria! Ha perso la testa, la prima donna. Ogni sera, mentre sto a pettinarla, non mi parla d’altro.

— Se mi fa avere la soddisfazione che dico io!... Sotto gli occhi medesimi di donna Fifì voglio avere la soddisfazione! Voglio farla morir tisica!

Fu una delusione il primo incontro. La signora Aglae faceva una parte di povera cieca, e aveva il