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— Già, lo sappiamo! Le agglomerate cerimonie!... le melenzose riga!...

— Io?... le melenzose?...

Ma lei scattò inferocita, quasi volesse piantargli i denti in volto:

— Ci vuole una faccia tosta!... Sissignore! la lettera con le melenzose!... eccola qua!... — e gliela fregò sotto il naso, scoppiando a piangere di rabbia. Don Ninì da prima rimase sbalordito. Indi scattò su come una furia, cercando il cappello. Sull’uscio s’imbattè in don Filippo, che accorreva al rumore.

— Siete uno stupido!... un imbecille!... La bella educazione che avete saputo dare a vostra figlia!... Grazie a Dio, non ci metterò più i piedi a casa vostra!

E partì infuriato sbatacchiando l’uscio. Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel palchetto, sbraitando contro la moglie alla sua volta:

— Siete una stupida!... Non avete saputo educare le figliuole!... Vedete cosa mi tocca sentirmi dire!... Non dovevate portarmelo in casa quel facchino!...

La rottura fece chiasso. Dopo cinque minuti non si parlava d’altro in tutto il teatro. Poco mancò che la produzione non terminasse a fischi. Il capocomico se la prese colla prima donna, che lo guastava con le prime famiglie del paese. Ma lei giurava e spergiurava di non conoscerlo neanche di vista, quel ba-