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Se vi seccate!... — borbottò donna Fifì, — giacchè state lì come un grullo... volete andarvene?...

— Io?...

— Ecco!... — Interruppe Mèndola trionfante. — Ecco!... capite?

— Son maritato!... — tornò a dire Canali. — Son padre di famiglia... Ma farei volentieri uno sproposito per la prima donna!... Anche il nome ha bello!... Aglae...

— Agli... porri!... che nome!... — sogghignò il barone Mèndola. — Io non saprei come fare... a tu per tu!...

Don Filippo tagliò corto.

— È un’artistona... una prima donna di cartello... Allora si capisce...

— Sicuro, — si lasciò scappare incautamente don Ninì per dire qualche cosa.

— Ah!... Piace anche a voi?...

— Certamente... cioè... voglio dire...

— Dite, dite pure!... Già lo sappiamo!...

Mèndola fiutò la burrasca e si alzò per svignarsela: — Il resto lo so. Buona sera. Con permesso, don Filippo. Sentite, Canali...

Per disgrazia la prima donna che doveva tenere gli occhi rivolti al cielo nel declamare: “S’è scritto lassù... dal Fato...„ si trovò a guardare nel palco dei Margarone. Donna Fifì allora non seppe più frenarsi: