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ha sett’anni!... Vergogna!... Non mi ci pescate più, parola d’onore!

Ma tacque vedendo entrare Mèndola che veniva a far visita, vestito in gala, colla giamberga verde bottiglia, i calzoni fior di pomo, soltanto il corvattone nero pel lutto del cugino Trao. Andava così facendo visite da un palco all’altro, per non pagare il posto.

— Non vi scomodate... un posticino... in un cantuccio... Voi, Canali, potete andare da donna Giuseppina, qui accanto, che non c’è nessuno!... No, no, in verità, nessuno!... Sarino, il suo figliuoletto, quello alto quanto il ventaglio, sapete la canzone?... e Corradino La Gurna, il ragazzo della zia Trao... Donna Giuseppina lo conduce dove va per servirle di paravento... quando aspetta certe visite... capite? L’hanno mandato apposta da Siracusa per romperci le tasche!... — Poscia, appena Canali se ne fu andato: — Ora arriva anche Peperito!... Non mi piace giuocare a tressetti!... — E ammiccò chiudendo un occhio. Nessuno gli rispose. Allora vedendo quei musi lunghi, ripigliò, cambiando tono:

— Che produzione, eh? La donna specialmente!... M’ha fatto piangere come un bambino!

— Anche qui! anche qui! — rispose don Filippo, fingendo di volgerla in burletta.

— Ah, donna Fifì?... Allegramente, chè adesso, al terz’atto, fanno pace fra di loro. Lui è ferito soltanto.